che rappresenta la naturale evoluzione della mammografia digitale. Grazie all'acquisizione di numerose immagini a bassa dose di raggi X, ottenute con diversi angoli di pendolazione del tubo radiogeno, è possibile
: la mancata visualizzazione di lesioni dovuta alla sovrapposizione del tessuto ghiandolare (i cosidetti “falsi negativi” della mammografia), nonchè il problema delle pseudolesioni (i cosiddetti “falsi positivi”), date dalla somma di strutture fibroghiandolari situate a profondità diverse.
Studi clinici multicentrici condotti a livello nazionale ed internazionale hanno dimostrato come, nei programmi di screening mammografico (che non prevedono l’ utilizzo complementare dell’ ecografia), la tomosintesi consenta, rispetto alla sola mammografia 2D, un aumento del tasso di diagnosi di carcinoma mammario fino al 20-30 %, riducendo nel contempo il numero di pseudolesioni che porterebbero ad ulteriori approfondimenti diagnostici evitabili, nonchè stressanti per le pazienti.
Secondo le attuali evidenze scientifiche è ipotizzabile che la Tomosintesi arriverà a sostituire la mammografia bidimensionale.
E’ bene notare che la Tomosintesi non può sostituire
il ruolo complementare dell'ecografia nella valutazione dei seni mammograficamente densi; in tale tipologia di mammelle, che si caratterizza per l’ elevata quantità di tessuto fibroghiandolare rispetto a quello adiposo, la mammografia, anche con tomosintesi, può misconoscere tumori di dimensioni non piccole.
Per questo motivo, nel nostro centro viene eseguita sempre una valutazione radiologica completa delle mammelle, comprensiva di ecografia anche delle regioni ascellari.